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Di come partendo da un MARC viewer sono arrivato a scoprire cosa vuol dire MOOC

23 Apr

MARC Viewer on Codecademy

Codecademy si è rifatto il look. L’ultimo redesign deriva probabilmente dall’inizio dei corsi su HTML e CSS, ovvero sulla necessità di migliorare l’organizzazione delle diverse tracce disponibili (attualmente 3: javascript, html+css, code year). Non bastasse, grazie al fatto che chiunque può proporre dei corsi, questa riorganizzazione ha portato in evidenza alcune lezioni “bonus” riconosciute dal team come interessanti al di là delle tracce ufficiali.

Insomma, non ci crederete, ma così sono incappato in un breve corso su come realizzare un semplice lettore di record MARC(21) in javascript. Anche se il corso non è molto utile per approfondire javascript, risulta estremamente efficace per far comprendere i tracciati MARC a chi ne ha sempre sentito parlare ma non li ha mai “toccati con mano”.

Vi assicuro che dà soddisfazione capire come trasformare un “blob” di dati come il seguente

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in qualcosa di un po’ più leggibile (coff coff…)

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Come scrive lo stesso autore

 I hope that it gives cataloguing coders an idea of what a MARC21 record looks like under the hood and helps clarify the cataloguer’s opinions as to whether MARC must or mustn’t die. (HINT: it must)

Nota: MARC must die è un noto articolo di Roy Tennant comparso su Library Journal il 15/10/2002 (sì, 10 anni fa).

 

CatCode

Incuriosito dall’esperienza sono andato a leggere il blog dell’autore e ho scoperto che da alcuni mesi è nato CatCode, un progetto per migliorare il dialogo tra catalogatori e programmatori. Navigando un po’ sul sito mi pare di capire che l’obiettivo sia soprattutto fornire strumenti e riferimenti utili ai bibliotecari che in qualche modo intendono avvicinarsi al mondo della programmazione, oppure ai programmatori che finiscono per aver a che fare con il mondo delle biblioteche 😉

Hanno anche realizzato uno spazio alla stack overflow, LibCatCode, ovvero un sito Q&A. Forse non è ancora molto frequentato, però credo si tratti di una bella iniziativa che vale la pena tenere d’occhio.

CoderDojo

Codecademy, o l’esperienza di CatCode, mi fanno pensare a quanto percepisco come ancora poco diffusa l’educazione informatica di alto livello. Intendo dire, siamo pieni di corsi su come usare il computer, come usare Office. Ma quanti corsi su come realizzare un sito internet o programmare un’applicazione in PHP?

Dite che è troppo? Non credo, e non lo crede nemmeno chi ha creato coderdojo (grazie a biblioragazzi), un’esperienza nata negli Stati Uniti (e finalmente arrivata in Italia) per permettere anche ai più piccoli di imparare i linguaggi di programmazione.

Il punto è

…se per il calcio puoi iscriverti ad una squadra, e per il violino vai alla scuola di musica, dove va un ragazzo se vuole creare un’applicazione?

Thomas Suarez al TEDxManhattanBeach

L’anno scorso, alla partenza di cpd23, ero capitato su un bel post di Meg Jones a proposito della possibilità di usare addirittura le biblioteche come spazio per insegnare ai bambini a programmare.

CPD23, MOOC e ‘demy…

A questo proposito, ricordate cdp23? Beh, per chi fosse interessato a breve ripeteranno il corso!! Ancora una volta sollecito chiunque operi nel mondo delle biblioteche a partecipare, le lezioni saranno le stesse ma a cadenza meno serrata, quindi dovreste riuscire a seguirle con più facilità..

Tra cpd23, codecademy e coderdojo sembra proprio che stia succedendo qualcosa nel mondo della formazione. Beh, questo qualcosa pare avere già un nome:  Massive Open Online Courses (MOOCs). Una breve introduzione potete trovarla su educause, mentre potreste voler aggiungere ai vostri feed quello del blog Alt-Ed.

In sostanza si tratta di chiamare in qualche modo la crescente offerta di corsi formativi direttamente online, tramite blog, siti specializzati, forum, LMS, iTunesU, ecc. Un esempio potrebbe essere il corso che trovate su http://competenzetecnologichedeibibliotecari.blogspot.it/, ma ci metterei anche tutto quello che trovate su codecademy, code school, khan academy, udemy.

Al di là delle legittime perplessità circa la quantità di “rumore” generato dalla comunicazione online o delle differenze tra corso “in sede” e online, mi preme notare due cose:

  1. sempre più fonti autorevoli stanno valutando positivamente questo approccio, migliorando notevolmente la qualità dell’offerta
  2. la barriera d’accesso a competenze informatiche approfondite è sempre più sottile, non avete più scuse per non approfittarne 😛

I’m listening to “This Is The End” by The Doors

29 Nov

Thing 23: Reflection – What next?

Ok, here we are. The final post about cpd23. Right near the deadline. I’ve did it!

Glad to participate to the program, discovering the UK situation for librarians, and compare with italian’s situation. There’s a lot of good ideas, initiatives and librarians. (My only regret was seeing too much cpd23-bloggers disappear slowly from my feed reader…)

As I expected, it force me to blog semi-regularly. This led me to consider another approach to blog posting: “write less, post more“. I think a lot about my work and follow some news, so why not share more thoughts?

Mantain this blog and try to create conversations is the first task on my Personal Development Plan. By now, every other task is “finish-to-read-that-damn-book” related (this and this) or something like “organize-yourself-remember-what-free-time-means“.

Sometimes I think about the language issue (english? italian? both?), but given the difficult I’ve found to mantain both, I think the majority of future post will be italian only (sooo saaad). Maybe some tech post will be only in english, who knows….

ok, done, also the survey….now gimme the certificate! 😛

Any organization that designs a system will inevitably produce a design whose structure is a copy of the organization’s communication structure.

29 Nov

Thing 17: The Medium is the Message – Prezi and Slideshare

Il tempo è agli sgoccioli, domani scade il termine per il completamento di cpd23. Se c’è una cosa che riesco a fare sempre bene è prendermi all’ultimo minuto.

L’appuntamento con Prezi e Slideshare era uno di quelli che attendevo di più, purtroppo però non riuscirò a creare una presentazione dignitosa in Prezi entro 24 ore. Prezi è un’applicazione online per la costruzione di presentazioni, Slideshare è un network che serve a condividerle.

NOTA:The medium is the message” è una frase di Marshall McLuhan. Sicuramente leggerlo vi farà bene. Così capirete perchè mi innervosisco facilmente di fronte a chi sottovaluta la pervasività dell’informatica, a chi non si rende conto di aver confuso il proprio gestionale con la biblioteconomia, le questioni di SBN con i temi della catalogazione.

Già alle superiori avevo dei sospetti, ad ogni modo all’università ne ho avuto la certezza, soprattutto all’interno dell’ambito inormatico: PowerPoint è un pessimo strumento comunicativo. Lo spiega dettagliatamente Edward Tufte all’interno del suo The Cognitive Style of Powerpoint (30 pagine, le trovate online), dove tra l’altro ho scoperto la meravigliosa legge di Conway:

Any organization that designs a system (defined more broadly here than just information systems) will inevitably produce a design whose structure is a copy of the organization’s communication structure.

applicabile tanto a ClavisNG di Comperio, quanto a PowerPoint di Microsoft. Personalmente ho visto raramente usare PowerPoint veramente bene, nel caso di brevi presentazioni (20′-40′), dove le slide erano puramente decorative o di sostegno a particolari osservazioni. Il problema è quando PowerPoint si sostituisce ad una dispensa, a grafici e tabelle statistiche.

Purtroppo avevo maturato il mio odio per PowerPoint già durante il triennio, quindi non sono riuscito a usarlo. Ho usato invece il mitico HTML Slidy (conosciuto grazie ad una presentazione di Maurizio Messina all’università). HTML standard, potete scrivere le slide con notepad, mitico. Poi le ho comunque convertite e condivise anche con Slideshare, vedi mai che interessano a qualcuno (dubito, pessime slide, a me non piacciono, ogni volta gli elenchi puntati sono lì a fissarmi….).

Insomma, quello che ci tenevo a comunicare in questa lezione è che quello che conta è il CONTENUTO! L’idea di separare presentazione da contenuto sta alla base dello sviluppo per il web. Per questo dalla fine degli anni ’90 è sparita la figura del “webmaster” in favore di web designer, web content manager, information architect, ecc…

Se state leggendo questo blog, magari navigate abbastanza sul web. Provate a fare un piccolo esercizio, quando siete su un sito, provate a valutare ad occhio quanta percentuale di spazio è dedicata al contenuto principale e quanta agli elementi decorativi. Provate poi a capire se gli elementi presentazionali del contenuto hanno una qualche attinenza con quanto viene comunicato. Già questo potrebbe essere uno spunto per valutare la bontà del sito e delle informazioni che contiene.

everytime you make a powerpoint edward tufte kills a kitten

Fare volontariato fa crescere sani e forti

24 Nov

Thing 22: Volunteering to get experience

La penultima cosa offre interessanti spunti sulle possibilità di fare esperienze di volontariato nel settore. Anche se il punto di partenza è sempre quello ” […] you can’t get a job without experience and you can’t get experience because you can’t get a job”, sono riassunti alcuni esempi di opportunità collaterali all’esperienza, meno scontate (incontrare persone, inserirsi in un circuito professionale, ecc.)

Certo non è semplice parlare di volontariato dalle nostre parte, soprattutto pensando agli stipendi già bassi e alla difficoltà di trovare lavoro. Ah, e non voglio parlare del volontariato usato invece come dequalificazione delle professionalità necessarie per le attività in biblioteca (pensando ad alcune infelici iniziative che leggevo su AIB-CUR un po’ di tempo fa).

Ad ogni modo, per come la vedo io e confrontandomi con l’esperienza di diversi amici universitari, l’importante è fare esperienze lavorative il prima possibile! Già in Italia arriviamo molto lunghi alla conclusione degli studi, la cosa tragica è arrivarci a digiuno di esperienze. Dal lavoro di squadra al rispetto degli orari, dall’imparare a fare le cose entro le scadenze ai rapporti coi clienti. E queste sono cose generiche che servono in ogni posto di lavoro, non parliamo delle opportunità di incontro con persone stimolanti per la propria crescita professionale.

Ora che ci rifletto, molte delle esperienze di volontariato/collaborazione che ho fatto durante il periodo universitario si sono rivelate determinanti per la mia attuale professione….

Cosa potrebbe essere utile sapere per cercare un lavoro nel settore

24 Nov

Thing 21: Promoting yourself in job applications and at interview

La ventunesima cosa su cui cpd23 fa riflettere è il modo in cui ci presentiamo al mondo del lavoro, ovvero alcune dritte su come curare il CV e prepararsi a un colloquio. Si parla soprattutto della realtà inglese, quindi per chi volesse andare all’estero credo sia un post molto utile.

Personalmente ho preparato il mio CV usando il modello Europass, magari non il meglio strutturato, ma sicuramente una buona traccia (e dimostra che sapete usare un word processor!). L’ho mandato (in formato pdf) ad alcune aziende pescate dal catalogo espositori di Bibliostar 2009. Ah, ovviamente non sottovalutate anche un profilo su LinkedIn.

Nell’attesa che i bibliotecari metabolizzino una nuova biblioteconomia, per sottoporre il vostro CV ad una azienda del settore potrebbe essere utile conoscere:

  • com’è fatto un catalogo e i suoi record, da FRBR agli authority file, passando attraverso i database
  • come funziona nel suo complesso una biblioteca, magari averci lavorato (questo vi farebbe bene soprattutto se siete un programmatore :P)
  • UNIMARC e altri standard per la gestione e lo scambio di dati bibliografici
  • come funziona il web, possibilmente provate a costruirvi un piccolo sito internet per prendere confidenza con HTML e CSS. Arrivati lì vedrete che parlare di XML diventerà una passeggiata.
  • social networks, mashups, smartphones, ebooks e altre cose con cui divertirvi
Al di là di tutto, una cosa è fondamentale, non c’è più spazio per essere imbarazzati di fronte ad un browser o alla lingua inglese. Recuperare informazioni, valutare l’autorevolezza delle fonti, aggiornarsi costantemente sono cose che dovrebbe saper fare chiunque, a maggior ragione chi intende lavorare nel campo delle scienze dell’informazione.
Concludo segnalando che il post di cpd23 l’ha scritto un’italiana all’estero, e che spero siate andato a leggervelo, perchè giustamente evidenzia come il prerequisito fondamentale a qualsiasi ricerca lavorativa sia chiedervi quali sono i vostri interessi e cosa vi dà soddisfazione fare.
Inoltre nell’ultima puntata di BiblioCAST, Francesco Serafini intervista Concetta La Spada che racconta la sua esperienza di lavoro presso gli Idea Store di Londra. Dateci un ascolto 😉

la parte rilevante di questo post è quando trovate i link ai progetti library routes e library day in the life, andate a leggerli e sentitevi liberi di essere stimolati

28 Ott

Eh, lo so, cpd23 è finito. Almeno, sono state pubblicate tutte e 23 le “lezioni“. Però io son fermo alla 20 (la 17 me la tengo da parte come bonus finale perchè ci tengo). Ah, e scrivo in italiano che qua il feedback dal mondo anglosassone scarseggia.

Ad ogni modo la lezione 20 riguarda un progetto molto affascinante chiamato Library Routes Project. In sostanza uno spazio per condividere in che modo siete diventati bibliotecari (da dove siete partiti) e che strada avete intrapreso lungo il vostro cammino. Viene citato nel post anche il Library Day in the Life Project, un altro progetto molto simpatico che si svolge 2 volte l’anno e prevede di condividere, attraverso blog post, foto, twitter, un’intera giornata (o una settimana) nella vostra vita di bibliotecario o studente.

Come già spiegato alla lezione 10 e ribadito qui e là, non riesco a definirmi “bibliotecario”. Ma vabbè….questo forse è un problema tra me e la lingua e cultura italiane. Non credo valga la pena tediarvi con le mie radici, nemmeno stessimo narrando le origini di un X-MAN. Le mie uniche esperienze di vita in biblioteca sono state 300 ore di front-desk alla Biblioteca di Servizio Didattico delle Zattere a Ca’ Foscari (di giorno e di sera). L’interesse nei confronti delle biblioteche è nato dall’incontro con alcuni bibliotecari di Ca’ Foscari, con Zeno (per Koha) e con i miei docenti del corso di Informatica per le Discipline Umanistiche (che non esiste più). Poi mi sono appassionato di software open source. Poi è finita che ho fatto una tesi sugli Integrated Library Systems.

Mentre mi stavo laureando ho mandato il mio CV ad alcune aziende che si occupano di automazione in Italia (c’ho messo poco) e Comperio mi ha risposto positivamente, dandomi tra l’altro la possibilità di mantenere il piede nelle due staffe (informatica e biblioteconomia)…che poi mi suona sempre più ridicolo parlare di due staffe, come fossero una cosa così distante…Ora sto facendo il project manager…che non si capisce bene cosa voglia dire….però andrò avanti per questa strada per un po’ mi sa. E la strada vorrebbe essere: coinvolgere maggiormente i nostri clienti nel processo di sviluppo del sw, migliorare il sw, usare soluzioni standard, imparare cose nuove e condividerle. Troppo? Beh, essere ambiziosi è un buon modo per darsi una direzione.

(oh, tu che passi di qui, e hai mandato il tuo CV a Comperio quest’anno, ti chiedo umilmente perdono per non averti risposto. Abbiamo letto la tua mail e prometto che d’ora in avanti risponderò! Scusa! Non sai quanto capisco la frustrazione di non ricevere nemmeno una risposta di avvenuta ricezione! Ti prego di perdonarmi!
Detto tra noi, se poi scrivete che sapete programmare in PHP e ve la cavate con la piattaforma LAMP vi chiamo subito!!!)

P.S. la situazione del lavoro nelle biblioteche in italia è drammatica e questo lo sappiamo tutti. Io ci sono entrato dalla finestra dei servizi informatici, che credo in generale sia la carta più spendibile in questo periodo storico.

four cpd23 things. in short.

8 Ott

Thing 15: Attending, presenting at and organising seminars, conferences and other events

Not so much to say about conference and attending. Simply, the few time I went to a conference I was astonished about the people I found. So, keep in mind (when you go or organise one) that the best part of a conference will be the buffet or the free time. And that’s the time to network, don’t be shy, remember thing 2 🙂
(Sure, there’s also boring conference with boring people. In that case, feel free to tweet about it. Maybe you can help someone to avoid making the same mistake)

I love speak to people. Currently not for conference but for training course of our software. I’ve just started, so have a lot to learn, but hope that in the future will be place for conferences (please just help me to find the time to write a paper)

For the organisation thing, now I’m really busy, but someday….who knows…

Thing 16: Advocacy, speaking up for the profession and getting published

Not sure what can I say about advocacy. Sometimes, working especially for public libraries, I found myself thinking about advocacy for librarians. I mean, there’s a lot of good persons inside public libraries, but not as many librarians as I expect. For my job, I must talk with people that think they own the books and rather than make an interlibrary loan they close the library.

For now, my advocacy practice will be: increase the maximum number of loanable documents (“yes, patron we trust you”), help libraries build community (i’m reading it). Starting from little things is an hope to reach the objective.

As Enrico stated, get published means “document everytime, show everything” (of your work :P). We are trying to do our best in this way, but it’s not so simple.
Ganbatte!

Thing 18: Jing / screen capture / podcasts (making and following them)

Podcasting could be an interesting way to communicate on the internet, in Italy there’s a blog called BiblioCAST, and is not so much time that I found This week in libraries 🙂 Sadly pod/screen-casting could be also more time consuming than write a post.
Screenshot is my daily bread and I use Shutter. For Mac I see my colleagues use Skitch.
Still search some useful application to make screen capture videos on linux (anyhow, as usual, I suggest to use alternativeto.net).

Thing 19: Catch up week on integrating ‘things’

As I can say until now, I’ve lost the pace with lessons. Also has become tough to reflect every time if its better or not to translate italian/eglish my post. Anyhow, I continue appreciate so much cpd23 because help me reflect on the better tools for librarianship.

save your reference will save your time

24 Set

Thing 14: Zotero / Mendeley / citeulike

(vai alla versione in italiano)

Back from the summer, back to work. Well…indeed I’ve worked all the time…by the way, sorry for the late late late late post.
Cpd23 is near the end and my reflection are still on 22 august….

Talk about Zotero, Mendeley and citeulike is all about bibliographic reference. I must admit that my experience with this topic is very low. During my studies I encounter these kind of tools, but never start to use them seriously (sometimes Zotero, but Mendeley application for Linux was not so good). Also, after my degree, I’ve faced two obstacles:
1. no need to manage bibliographic reference, ‘cause no one ask me to produce scholarly articles etc etc
2. I felt in the “too-work-no-time-for-organization” sindrome

After a year or so, finally I’ll have to produce scholarly articles and the second point will become “all-my-work-is-a-matter-of-organization”….so I hope to improve my use of those tools, at least to suggest them to people that really need.

I think the better tool for manage bibliographic reference is Mendeley, because rather than Zotero or citeulike has a client not tied to a browser. So, if you have a bunch of documents that you need to reorganize, you should use Mendeley (my case…).
I never used citeulike, but Zotero has always been tied to my browser. It’s funny because I use it to review websites rather than to save references.
Like other firefox addons (for example DublinCore viewer), it show me if the site take care about metadata.

Now that I’m actively developing a (so-called) next generation catalog I must take care about how to tell to Zotero (and others) “hey, this content it’s for you”. My decision was to implement COinS (ContextObject in SPAN) to embed citation metadata in HTML. It’s a simple but effective technique. Ask your vendor to implement it 😛

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Briefly on degrees, mentoring and social media

15 Ago

(vai alla versione in italiano)

Thing 10: Graduate traineeships, Masters Degrees, Chartership, Accreditation

If you want to know about training in Italy, I think you must look at this page on AIB site: http://www.aib.it/aib/form/form.htm3 (italian only)
There are listed a lot of courses (at univerity or not). Most of the informations may be out-of-date due to the continuos changes in universities assets (I think to Ca’ Foscari where, as I know until last year, LIS master course was merged with Padova’s one), but could be a good start point.
In addition, AIB offers a lot of useful courses during the year.

Anyhow, I’m not a librarian 🙂
I graduated in Japanese Language and Culture, then in Humanities Computing. It was a course intended for humanists that want to improve their informatics skills. A lot of my collegues now works in agencies or as communication experts. I took the library way, focused my thesis on ILS and been luckily hired by a very good italian company that develop its own ILS.
As far as I know, my master cannot be compared to a LIS master.

Thing 11: Mentoring

Sadly I didn’t find a mentor inside university. Indeed I never thought about mentoring as presented in the cpd23 post and don’t think that in the future I will present myself to a person with something like “please be my mentor“.
I would rather try to keep my mood on “don’t be shy to ask“. It’s the mood with which I started my job and think that’s a good point to develop a relation based on sharing knowledge.

Thing 12: Putting the social into social media

Don’t know what to say about social media. In a “profersonal” world doesn’t matter if I follow you on twitter, facebook or on your ’90s-static-site-without-a-simple-rss-feed. The matter is only if I follow you. The good point about social media is that they shift the conversations on a more comfortable environment, without many unnecessary formalisms. Indeed I don’t think we should thank social media but the Internet.

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You had better stop and think before you think, think!!

17 Lug

Thing 5: Reflective practice

(vai alla versione in italiano)

mumble, mumble… I’m reflecting on the reflective practice….
I thought to be reflective. In fact I share Katie’s point of view about what it really means to me: “thinking about what you’ve done and are doing“.
Thinking this, as stated on the presentation of the lesson, the main difficult is time. And when i say “time” i mean “practice” 😛
So, if you’re not used to spend time to rethink what you’ve done, the entire practice could be difficult.

But been introduced to the reflective practice with its literature bring me a little further. First of all, even if you’re used to think on what you’ve done, awareness on the matter improve your skills about how you could get better.
Then remind me that (on professional side) is not enough to “stop->think->start“, there would be a map, you must put the reflection in context.

So, just to repeat what’s reflective practice (for me):

  1. find something to think about (remembering the suggestion “be selective”).
  2. once you find something you could evaluate, evaluate it.
  3. finally apply what you learnt from your (or others) evaluation.

The simplest example:

  1. cpd23 partecipation
  2. it’s a good program, not only because it focuses on reflective practice (do a thing, review it, think how this thing could affect your professional side), but also beacuse increase my network and I get used to create conversations.
  3. basically I’ll continue to follow this program and spread the love for it 🙂
    In practice I’ll try to turn the “stop->think->start” practice into “(stop and) find a target->(start to) do->(stop and) review->(start to) apply what you’ve learnt“.

Ah…trust me, is not as simple as it seems…

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